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Nicola is Natie’s infinitely talented designer. Toward the tail-end of a 10-year career in fashion design, he began to study graphic and web design and fell in love with the trade. This passion led him to try his hand at one of Naples’ top ad agencies. There he worked on national campaigns, websites, and countless brand identity projects. Vignelli would be proud.
“The life of a designer is a life of fight. Fight against the ugliness. Just like a doctor fights against disease. For us, the visual disease is what we have around, and what we try to do is cure it somehow with design.”
With these words, Massimo Vignelli had me. It wasn’t like falling in love with a woman.
It was more like a priest who realizes his calling. Like a lost son who finds his mother’s hand in the crowd.
A few years ago, I attended one of his lectures — three uninterrupted hours of wonder filled by a refreshing and courageous spirit. I watched a little boy of nearly eighty tell his life’s tale. It was a journey through beauty, built upon tenacity, a strong ability, a critical spirit and confidence.
I hung onto every word and image like a child listening to a fairytale.
But it wasn’t just a story, it was his reality, his history. It was the true life of a designer who created his own destiny.
At the end of the lecture, I moved closer to try and get an autograph of one of his books. But the size of the crowd, my nerves and sweaty palms put me off.
I wanted to say to him, “You have changed my life. Thanks to you, I was able to realize my own dream. You gave me hope and the strength to believe and achieve. You have paved the way with your creations. They are an inexhaustible source of inspiration. Your understanding of design is what I will aspire to for the rest of my life. I admire your courage and passion, your extraordinary ability to believe in your own ideas, and your love of beauty. I am convinced that this is your life’s purpose, like mine. ”
I wanted to say these things to him and to hug him, but I kept them to myself. When I finally did get close enough, the Master continued to surprise me.
I presented the book to him with a poster of the event that I wanted him to sign as well. I waited patiently, but there were many people who were pushing and crowding the space around the desk at which he was seated.
The Master was closed in between dozens and dozens of breaths and I felt the stress of it all beating down on me — it seemed sacrilege — and I just wanted to escape.
In the throes of the chaos, I grabbed the poster from the desk, but he had not finished. The pen slipped across the paper, interrupting the signature.
Vignelli continued writing. Then he went back, corrected the ruined signature with precise strokes and rhythmic movements, then tore the poster before repeating the signature, this time without being disturbed.
I gratefully took the poster and left.
A designer has an idea that is precise and clear in his mind. And all of his life, he trains his hands and gestures to execute exactly what his mind has imagined.
Without fear, he must be willing to endlessly attempt to achieve his vision — what he believes to be right and true. Most often, he is not satisfied with the result. But he is constantly looking to attain the vision, hoping to add beauty to the world, to leave an imprint, and for the simple pleasure of doing justice to what feels right.
This to me is Mr. Massimo Vignelli.
The courage to show the world your own vision, without fear.
This is what I learned from him. And it is for this reason that he will always be my hero.
______
(in italiano)
La vita di un designer è una continua lotta contro ciò che è brutto.
Con queste parole Massimo Vignelli mi ha conquistato.
E non è stato come innamorarsi di una donna.
Mi sono sentito invece come un missionario che riceve la propria vocazione, come un sacerdote che sente la sua strada, come un figlio che ritrova la mano della madre tra la folla.
Anni fa ho assistito ad una sua conferenza. Tre ininterrotte ore di meraviglia cavalcate da uno spirito fresco e coraggioso.
Un ragazzino di quasi ottant’anni che raccontava una vita di genio e di scelte. Un viaggio attraverso la bellezza, costruita con tenacia e capacità, con spirito critico e fiducia, ma soprattutto con coraggio.
Ad ogni parola e ad ogni immagine rimanevo incantato come un bambino che ascolta una favola.
Ma era Storia. Non una storia. La vita di un designer che ha preso l’acqua tra le mani e l’ha distribuita agli assetati che fino ad un attimo prima ingoiavano sabbia.
Alla fine dell’evento, mi avvicinai per ricevere un suo autografo.
Avevo cercato di raggiungerlo sul palco, ma il sudore alle mani e la ressa non mi permisero di stringergli la mano.
Avrei voluto dirgli: “Maestro lei ha cambiato la mia vita. Grazie a lei io sono riuscito a realizzare il mio desiderio. Mi ha dato la speranza e la forza di credere nei miei sogni e di realizzarli. Mi ha indicato la strada ed anche se non la conosco e non l’ho mai conosciuta, lei per me rappresenta tutto ciò in cui credo. I suoi lavori sono una costante rotta da seguire e una inesauribile fonte di ispirazione. Il suo modo di intendere il design è il Nirvana a cui aspirerò per il resto della mia vita. Ammiro la sua audacia e la passione che ha messo in ogni suo passo, la sua straordinaria capacità di credere nelle proprie idee e nei propri traguardi e la sua fiducia nella bellezza. Amo il suo amore per la bellezza e sono convinto che raccontarla al mondo sia stato il suo scopo nella vita perché come me lei ne é attratto e affascinato.”
Questo avrei voluto dirgli ed avrei voluto abbracciarlo, ma a stento il mio sguardo riuscì ad incrociare il suo e mi accontentai di conservare il suo sorriso nei miei occhi.
Ma in quella sera il Maestro non aveva finito di sorprendermi.
Era seduto ad una scrivania a firmare poster di quell’evento. C’era molta gente e alcuni spingevano e la sua grandezza era chiusa tra decine e decine di aliti e sguardi ed io non ne potevo più, mi sembrava un sacrilegio. Allora in preda alla voglia di scappare, arrivato il mio turno, tirai via il poster, ma lui non aveva finito e la penna scivolò sulla carta bianca rovinando la firma.
Vignelli finí di scrivere, tornò indietro con la mano e coprí la firma sbagliata con tratti precisi e cadenzati e infine strappò il manifesto prima di ripetere il gesto senza questa volta essere disturbato.
Presi il mio autografo, sorrisi e andai via.
Un designer possiede un’idea precisa e chiara nella sua mente. E per tutta la vita allena la mano e i gesti affinché la sua idea si mostri esattamente per come la sua mente la partorisce.
E dopo averla imprigionata nei suoi occhi, decide cosa farne.
E senza paura é disposto ad infiniti tentativi prima di raggiungere esattamente quello che cercava, quello che ritiene giusto e opportuno. Non si accontenta del risultato, ma ricerca costantemente di replicare la propria visione per raccontarla al mondo, affinché duri per sempre e sia testimonianza e traccia del suo passaggio sulla terra, per aggiungere bellezza, per il semplice piacere di rendere giustizia al giusto.
Questo per me é il signor Massimo Vignelli.
Il coraggio di raccontare al mondo la propria visione senza paura.
Questo é quello che ho imparato da lui. Ed é per questo che é e rimarrà sempre il mio eroe.